L'alimentazione con le “stellette”

Intervista della Dott.ssa Mara Branchi, Medico dello Sport e Nutrizionista, al Capitano di Fregata Alessandro PINI, Esperto di alimentazione militare.

 

   

L'alimentazione del militare deve assicurare un apporto nutrizionale sufficiente a coprire i fabbisogni energetici per soddisfare sia l'aspetto fisiologico-metabolico nelle normali attività ed in quelle operative, sia quelli psicologico-comportamentali, che giocano un ruolo determinante per conservare un livello di benessere psico-fisico ottimale, atto ad affrontare le più svariate situazioni.

Ma come deve mangiare un soldato, un marinaio, un aviere, un carabiniere, per mantenere quella forma psico-fisica ottimale che gli consenta di svolgere la propria missione nei più disparati contesti ambientali?

Tutti i grandi condottieri della Storia hanno ribadito il ruolo di a ssoluta centralità che l'alimentazione gioca sull'uomo: l'alimentazione era già parte della logistica dei Romani, che fornivano ad ogni soldato la posca (miscela di acqua e aceto) per dissetarsi, la propoli per cicatrizzare le ferite ed i germogli di cereali come fonte di sali minerali.

Ma il nutrirsi è anche la cosa più strettamente personale, fortemente condizionata dalle abitudini, dalla cultura, dalle tradizioni, dal credo religioso e da tanti altri fattori.

 

Esiste qualche differenza tra l'alimentazione militare e quella comune?

Non esistono, in teoria, motivi particolari che debbano differenziare l'alimentazione delle collettività militari da quelle civili: i bisogni dell'organismo umano sono gli stessi e devono essere ugualmente soddisfatti. Tuttavia vi sono alcun i vincoli che l'organizzazione militare deve aver presente nel provvedere al vitto del soldato, in quanto ogni deficienza nutritiva, per quanto a lungo tollerata in virtù delle alte capacità di adattamento e di risparmio del nostro organismo, non può che ripercuotersi sfavorevolmente sul rendimento lavorativo dell' individuo, sul suo stato di benessere fisico e morale. L'alimentazione del militare deve coprire i dispendi energetici legati alle diverse attività svolte, esigenza più che mai attuale con Forze Armate composte da personale volontario, al quale è richiesto un continuo impegno fisico, indispensabile per affrontare ogni situazione, in qualsiasi contesto ambientale, nelle migliori condizioni possibili.

Il Ministero della Difesa riconosce la grande importanza della corretta, adeguata ed equilibrata alimentazione del proprio personale, come prova il Protocollo d'Intesa firmato nel 2008 tra la Direzione Generale di Commissariato e dei Servizi Generali e l'I.N.R.A.N. (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione ), che costituisce una prestigiosa ed ormai indifferibile innovazione nel mondo dell'alimentazione militare.

Sotto quale forma vengono distribuiti i viveri?

Per quanto possibile, il vettovagliamento è assicurato mediante contratti che garantiscano la somministrazione di alimenti freschi in apposite strutture fisse (mense militari). Laddove la situazione logistica contingente e gli impegni operativi non lo consentano, viene distribuita la razione da combattimento (detta “razione K”), una combinazione di alimenti conservati, da consumare senza ricorrere alla cottura, il cui limite massimo di utilizzo - è bene ricordarlo - è fissato in 30 giorni di consumo ininterotto. La tipologia di razioni da combattimento attualmente in uso nasce intorno agli anni '40, quando lo scienziato statunitense Ancel Keys mise a punto la prima razione da combattimento per i soldati statunitensi, che sembra debba il proprio nome all'iniziale del suo cognome.

L'attuale modello nasce nel 1993 ed è suddiviso in sette moduli giornalieri diversi, identificabili da imballaggi di differenti colori. Per ogni giorno della settimana è prevista una razione con un menù diverso, suddiviso in colazione, pranzo e cena, unitamente agli accessori per il consumo (fornelletto) e a quelli per l'igiene personale. Il peso medio di ciascun modulo è di circa Kg 2,2 ed il valore calorico medio di 3.650 calorie.

   

Quali sono le differenze tra l'attuale razione da combattimento italiana e quelle del passato?

La prima razione da combattimento italiana nasce nel 1952 ed è costituita da generi pronti all'uso, racchiusi in tre sacchetti di carta paraffinata, corrispondenti ai tre pasti della giornata, a loro volta racchiusi in una scatola di cartone corredata da scaldarancio. E' una razione che pesa circa Kg 2,600, con un valore calorico medio di 4.000 Kcal e rimarrà “in servizio” per venti anni. Nel 1973 nasce la seconda tipologia di razione da combattimento, che pesa circa Kg 2,700 con un valore calorico medio di 4.000 Kcal. Rispetto alla razione precedente possiamo notare una maggior varietà di generi, una maggior presenza di proteine di origine animale. Questa tipologia di razione ha una lunga “vita di servizio” (venti anni) e tuttavia, pur se apprezzata dagli utenti (italiani e non) presenta un inconveniente di base: non offre adeguate alternative, problema – questo – particolarmente sensibile se la razione da combattimento viene utilizzata per lunghi periodi senza interruzioni.

Le differenze tra le precedenti razioni e quella attuale consistono in un confezionamento meno pesante, in una minor quantità di Kcal ed in un maggior varietà di generi presenti nella razione.

 

Quali studi sono stati fatti nel settore dell'alimentazione militare e che ruolo ha avuto l'Italia in tali studi?

Recentemente, l'Italia ha partecipato al NATO Research Task Group 154, nel cui ambito il sottoscritto, nominato Rappresentante Nazionale Italiano, ha operato insieme ai Rappresentanti di altre dodici Nazioni (Australia, Belgio, Canada, Repubblica Ceca, Francia, Georgia, Germania, Italia, Olanda, Norvegia, Slovenia, Regno Unito e Stati Uniti), nello studio e nell'identificazione di una razione viveri speciali da combattimento per la NATO RESPONSE FORCE, Forza ad elevata tecnologia e ad alta mobilità, pronta ad essere proiettata in qualsiasi parte del Pianeta con cinque giorni di preavviso e con trenta giorni di autonomia senza rifornimenti, per missioni terrestri, marittime ed aeree, ivi incluse operazioni di evacuazione, gestione dei disastri, controterrorismo e di combattimento tradizionali. La ricerca ha prodotto un risultato imprescindibile per procedere alla revisione completa dell'attuale razione viveri speciali da combattimento italiana che, in uso ormai da 17 anni, necessita di essere adeguata alle più moderne innovazioni tecnologiche.

In questo studio, quali aspetti dell'alimentazione sono stati  considerati?

 L'impegnativo lavoro ha preso in considerazione:

•  gli elementi fisiologico-metabolici delle singole razioni (valore nutrizionale, proteine, carboidrati, lipidi, sali minerali, vitamine ed acqua);

•  gli elementi psicologico-comportamentali, che giocano un ruolo chiave nella scelta degli alimenti;

•  gli elementi logistico-operativi (peso, dimensioni e volume);

•  gli aspetti relativi all'interoperabilità tra le razioni (le caratteristiche che possono ostacolare o limitare il reciproco utilizzo delle diverse razioni, come nel caso in cui i militari di una Nazione si trovino a dover consumare razioni da combattimento fornite da un'altra Nazione).

In particolare, per quanto attiene agli aspetti psicologico-comportamentali del nutrirsi, questi ultimi sono stati identificati come segue:

•  la persona che consuma il cibo (età, genere, aspettative, caratteristiche ed attitudini, etnia di appartenenza, socializzazione e commensalità);

•  il cibo in sé stesso (porzioni, temperatura di servizio, presentazione, varietà);

•  l'ambiente in cui il cibo viene consumato.

Quali sono le principali differenze tra la razione da combattimento italiana e quelle delle altre Nazioni?

Essenzialmente sono due gli elementi diversificanti, sui quali è necessario lavorare per adeguare la razione italiana agli standard internazionali.

In primo luogo, molte delle razioni delle Nazioni NATO prevedono particolari supplementi da distribuire in diversi contesti climatici (caldo, freddo, altitudine), dato che il clima gioca un ruolo decisivo nella nostra alimentazione, condizionando il nostro appetito ed il senso di sazietà e favorendo od escludendo l'assunzione di particolari alimenti. In secondo luogo, la razione italiana è basata essenzialmente su scatolame, mentre molte razioni straniere utilizzano i cosiddetti “pouch”, contenitori morbidi termosaldati, che garantiscono - a parità di contenuto - minor peso e minor ingombro.

Quali innovazioni sono necessarie perché la razione incontri i gusti e soddisfi le aspettative del consumatore?

Tra gli elementi che dovranno essere presi in considerazione per la revisione dell'attuale razione da combattimento italiana, figurano:

•  la sostituzione, come detto, dello scatolame con i “pouch”, al fine di ridurre sensibilmente il peso ed il volume della razione, attualmente eccessivi ;

•  l'inserimento nella razione di questionari di gradimento delle vivande (customer satisfaction), che consentiranno l'introduzione di nuovi generi e l'eliminazione di quelli meno graditi, elemento questo che permetterà di soddisfare meglio gli utenti;

•  la previsione di specifiche varianti ambientali e che garantiscano le differenze etnico- religiose dei consumatori;

•  il rispetto di quei fattori psicologico-comportamentali, che finiscono per condizionare le nostre scelte alimentari, dato che esiste una stretta interrelazione tra cibo e mente ed il mantenimento del benessere psicologico passa anche attraverso il cibo. Il sistema nervoso, infatti, tramite complessi processi biochimici, si avvale dei vari nutrienti, alcuni dei quali fungono da veri e propri mediatori chimici e da “modulatori delle emozioni”.

A corollario di quanto detto, da Ufficiale della Marina Militare, non posso non sottolineare come - i n un contesto ambientale del tutto particolare quale è la Nave - l'attività fisica, l'ambiente, l'alterazione del ritmo sonno-veglia e, soprattutto, le relazioni interpersonali che scaturiscono da un ambiente essenzialmente isolato, l'alimentazione assuma una connotazione molto diversa da quella che avrebbe in un normale contesto lavorativo a terra, condizionando così anche l'aspetto relativo ai reali fabbisogni metabolici.

A bordo, infatti, le attività sociali vengono drasticamente ridotte ed il cibarsi rimane una delle poche attività piacevoli possibili, per cui gli alimenti giocano un ruolo molto importante sul morale di bordo. Inoltre, si possono assumere comportamenti dovuti al fatto che, in tale contesto, il nutrirsi non risponde più solo ed esclusivamente ad un impulso fisico-metabolico (la fame), ma assume connotazioni che hanno la loro ragione d'essere in atteggiamenti compulsivi, imitativi, abitudinari e dettati dalla noia, elementi che fanno assumere al cibo un ruolo compensativo di un complesso di “vuoti”, determinati dal distacco dal proprio consueto ambiente di vita.

Come nutrizionista e medico dello sport, ritengo di particolare rilievo ricordare che il Ministero della Difesa e l'I.N.R.A.N., sulla scorta dei risultati raggiunti in campo internazionale, hanno ora in programma l'avvio di un progetto per la valutazione dello stato di nutrizione del personale militare delle FF.AA, Italiane, al fine di ottimizzarne le prestazioni e di promuoverne lo stato di benessere psico-fisico e la determinazione di standard alimentari specifici per la comunità militare (dei veri e propri L.A.R.N. “militari”).

È fondamentale che i risultati degli studi trovino implementazione in Italia, sia per valorizzare le spese sostenute per gli stessi, sia per essere al passo con i tempi, affinchè nei vari contesti operativi si possa realizzare un interscambio di informazioni per l'utilizzo dei materiali, che consenta di ridurre gli sprechi e di conseguire interessanti economie di bilancio, fattore questo di particolare rilevanza nell'attuale momento di crisi finanziaria.

Ciò consentirà anche di raggiungere l'importante obiettivo di fornire sempre un'alimentazione sana ed equilibrata, che porti a coloro che sono lontani dalla Patria i profumi, gli odori ed i sapori di casa.

Dott.ssa Mara Branchi Capitano di Fregata Dott. Alessandro Pini